Recupero crediti: l’Europa potrebbe porre fine a ingiustificabili e diffusi abusi

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Di seguito la traduzione dell’articolo originale pubblicato sul sito di Finance Watch il 19 Febbraio 2020 e scaricabile qui

Nuove prove gettano luce su abusi compiuti in tutta Europa in relazione alla pratica del recupero crediti. Queste violazioni della dignità umana non sono in alcun modo giustificabili e peggiorano il tragico ciclo del sovraindebitamento personale. L’Europa ha il potere e la responsabilità di agire.

Nel recente rapporto sulle procedure di recupero crediti e sulla tutela del reddito delle famiglie debitrici (in inglese), Finance Watch ha sottolineato come un vuoto legislativo e una mancanza di tutele per i consumatori incoraggino procedure scorrette nell’ambito del recupero crediti. L’assenza di norme armonizzate crea un terreno di gioco irregolare, che porta alcuni agenti di recupero ad assumere un comportamento più aggressivo per incrementare la già notevole redditività. Questo espone i consumatori a molestie, abusi e violazioni della privacy tramite canali come telefono, e-mail, SMS e altri mezzi. Tali dinamiche oscurano le informazioni sui diritti dei consumatori e protegge coloro che tentano di recuperare i debiti dopo il termine legale o con argomentazioni ingannevoli o fuorvianti, compreso un linguaggio aggressivo e talvolta fin minaccioso.

Procedure fuorvianti e inique nel recupero dei crediti: risultati dell’indagine Finance del 2019. Si veda pag. 35 del nostro rapporto sulla dignità dei debitori

Le prove empiriche raccolte dai Membri di Finance Watch, attivamente impegnati nella tutela dei consumatori e nella consulenza in materia di debiti, confermano gli studi secondo cui i soggetti più  vulnerabili (come famiglie a mono e basso reddito, disoccupati, donne, malati, anziani, emarginati sociali, ecc.) sono particolarmente a rischio di diventare vittime di questi abusi. I soggetti già segnati da svariati eventi traumatici (come l’improvvisa perdita del lavoro, patologie fisiche e/o mentali, problematiche legate all’invecchiamento, la morte di un familiare, le responsabilità della monogenitorialità, il divorzio, svariate forme di violenze, anche di natura finanziaria, ecc.) vengono colpiti in modo sproporzionato dagli abusi compiuti nel recupero crediti.

La normativa UE deve assicurare che le condizioni per l’autorizzazione e il controllo dei gestori di crediti siano armonizzate tra i vari Stati membri, conformemente ai principi di tutela dei debitori e alle norme del GDPR sulla tutela della privacy. Creare un terreno di gioco omogeneo sembra ancora più urgente, dato che molti paesi UE non tutelano a sufficienza il reddito dei debitori che garantisca loro un tenore di vita decoroso e inclusivo all’interno della società. Senza l’introduzione di un reddito minimo protetto dalla confisca, per i debitori è a rischio la dignità umana, uno dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Confronto tra i limiti sui fondi che possono essere confiscati e la soglia della povertà. Si veda pag. 23 del nostro rapporto sulla dignità dei debitori

La disinformazione dei debitori e l’implementazione di pratiche commerciali inique sono fenomeni comuni, che comprendono l’omissione di informazioni durante la vendita e la distorsione di informazioni commerciali nelle strategie di marketing, agevolando pertanto abusi come la minaccia di confisca (illegale) di beni mobili.

Gli Stati membri dell’UE devono adottare un elenco delle azioni proibite che i gestori di crediti non sono autorizzati ad utilizzare nei rapporti con i debitori. La stessa lista dovrebbe contenere una serie di standard europei minimi di prassi e comportamenti per la gestione dei crediti. Inoltre, prima dell’inizio di un’operazione di recupero crediti dovrebbe essere fornito un documento di notifica standardizzato, destinato a sostenere le persone nell’affrontare il labirinto di oscure informazioni riguardanti i diritti dei consumatori.

 

Disponibilità di consulenza sul debito nell’UE, 2019. Si veda pag. 31 del nostro rapporto sulla dignità dei debitori

Oltre a ciò, per tutti i cittadini dell’Unione europea dovrebbe essere disponibile un servizio di consulenza professionale gratuita e indipendente in materia di debito. Attualmente, a livello europeo la consulenza sul debito è ancora piuttosto frammentata, il che aumenta nei cittadini la mancanza di informazioni sui loro diritti. È questione opinione ampiamente condivisa che la consulenza sul debito possa svolgere un ruolo di cruciale importanza, in quanto va a vantaggio di tutti i soggetti coinvolti: aiuta infatti le persone sovraindebitate ad affrontare un onere insostenibile o un momento di difficoltà economica e, al contempo, incrementa per i creditori le probabilità di recuperare il proprio denaro.

In sintesi, la Commissione europea deve proteggere urgentemente i debitori europei modificando la proposta di direttiva sui gestori di crediti (con voto previsto nel marzo 2020) e integrando queste tutele nell’attesa revisione della direttiva sul credito al consumo (CCD Review). Non vi è alcun fondamento logico di tipo economico o etico che possa giustificare procedure di recupero crediti che spingono i cittadini dell’UE verso la povertà e ne minacciano il diritto alla dignità.

Giulia Porino

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Autore

Giulia Porino

Membro dello staff di Finance Watch

Informazioni sull’autore

In qualità di Network Coordination & Development Officer, Giulia Porino coordina le attività con i Membri di Finance Watch e con un gruppo più ampio di stakeholder della società civile in Europa e oltre.
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